La Repubblica Sociale Italiana

"Il Governo Italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari
lotta contro la sovverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare
ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto l'armistizio al generale
Eisenhower comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane
deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza."

Con queste parole, l'8 settembre 1943, gli italiani appresero dalla voce di
Badoglio l'avvenuta firma dell'armistizio qualche giorno prima a Cassibile,
e fù l'inizio del disastro assoluto.
Le Forze Armate italiane non ottennero una parola in più del messaggio
radiofonico, non un ordine, non un'indicazione, niente; solo quell'ultimo
sibillino capoverso che non si sapeva come quando e perchè attuare.
Il Re e Badoglio erano fuggiti, gli stati maggiori scomparsi, Mussolini che
era stato destituito il 25 luglio ciaceva imprigionato sul Gran Sasso.
La reazione di Hitler non si fece attendere e scattò immediatamente il piano
di invasione dell'Italia; le città vennero occupate e presidiate, le divisioni italiane
disarmate ed avviate alla prigionia, solo la Decima riuscì a scampare da tale
disfatta.
Il 12 settembre il piano di invasione tedesco era concluso e l'Italia era divisa in
2 zone, quella "operativa" al sud e quella "occupata" al nord. Lo stesso giorno un
reparto di paracadutisti tedeschi, guidato dal maggiore Otto Skorzeny, liberava
Mussolini che veniva portato a Monaco di Baviera ove riceveva da Hitler l'invito
a ricostituire un governo fascista. Il Duce, anche se molto provato e sfiduciato,
accettò e comunicò agli italiani da radio Monaco l'imminente nascita del nuovo
stato repubblicano.

Badoglio (a destra) ed il Re Vittorio
Emanuele III

Mentre gli anglo-americani risalivano la penisola da sud il 29 settembre 1943 si
teneva alla "Rocca delle caminate", residenza privata di Mussolini, la prima
riunione del governo fascista. Tra gli altri fu nominato ministro della guerra il
Maresciallo Rodolfo Graziani con l'incarico di ricostituire un nuovo esercito
repubblicano.
Per questo il 1° ottobre 1943 lo stesso Graziani, nel corso di una apposita
manifestazione a Roma, lanciò un appello dal teatro Adriano a tutti gli ufficiali e
militi italiani a rischierarsi attivamente nelle nuove formazioni a fianco dell'alleato
dell'asse.
Ma il reclutamento non avrà mai le proporzioni sperate, anzi costringerà il nuovo
governo ad azioni di forza per far rispettare la leva obbligatoria come la pena di
morte per chi non si fosse presentato entro i termini. Per questi motivi Graziani
tenterà più volte di portare sotto il suo comando anche la Decima M.A.S. ma senza
mai riuscirvi; qui infatti i volontari affluivano di continuo senza costrizione alcuna.

Il Maresciallo Rodolfo Graziani

Più tardi l'unica concessione fù quella di dirottare parte dei volontari verso le 4
divisioni in addestramento in Germania.
Nel frattempo veniva creata la Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.) con compiti
di polizia e controllo del territorio, anche per l'insorgere sempre più diffuso del
movimento partigiano.
Ai primi di novembre la sede del nuovo governo venne stabilita a Salò sul lago di
Garda, per una maggiore vicinanza al quartier generale tedesco e vista la scarsa
sicurezza nella capitale.
Il 14 novembre 1943 con il congresso di Verona e l'approvazione della "carta sociale"
nasceva ufficialmente la Repubblica Sociale Italiana.
Restava però ancora aperta la ferita del 25 luglio, alcuni dei firmatari dell' "ordine del
giorno Grandi" che portò alla destituzione del Duce, già imprigionati da tempo, vennero
giudicati nel "Processo di Verona" (8/1/1944) e quasi tutti condannati a morte per
tradimento; tra essi Galeazzo Ciano, ex ministro degli esteri e genero di Mussolini, e
Emilio de Bono, generale del regio esercito nonchè quadrumviro della "marcia
su Roma".
Il 22 gennaio 1944 gli anglo-americani sbarcano ad Anzio. I tedeschi riescono a
fermarne l'avanzata con la partecipazione della prima formazione repubblicana
impiegata operativamente : il batt. Barbarigo della Decima Flottiglia M.A.S..
Intanto il susseguirsi dei bombardamenti aerei, unitamente alle azioni del movimento
partigiano, minano sempre più la sicurezza del territorio; un'attentato di questi ultimi
ad un reparto del batt. tedesco "Bozen" in via Rasella a Roma il 23 marzo 1944
provoca la rappresaglia tedesca delle "Fosse Ardeatine", dove moriranno 335
persone anzichè le 320 previste dal codice militare di guerra; non tutti lo sanno ma è
per queste 15 persone in più che ancor oggi vengono perseguiti gli esecutori e non
per la strage in sè; la rappresaglia è infatti barbaramente ammessa in tempo di guerra.
Allo scopo di combattere più duramente le bande partigiane vengono create le
"Brigate Nere", bande armate locali e politicizzate con l'obiettivo di arginare il
fenomeno che si rafforza di giorno in giorno.
In maggio gli anglo-americani avanzano ormai sulla capitale, i tedeschi si ritirano
senza resistere e si attestano sulla "linea Gotica", un fronte fortificato che corre da
Livorno a Rimini; l'ordine è qui di resistere a oltranza.
Sempre più preoccupato per la situazione Mussolini si reca in Germania il 15 luglio
1944, intenzionato a chiedere alcune urgenti concessioni a Hilter tra le quali l'immediato
rientro delle 4 divisioni in addestramento, sempre più necessarie alla difesa del
territorio ed alla lotta antipartigiana.

Le 4 Divisioni italiane in addestramento  
1ª Divisione "Italia" 10.376 uomini
2ª Divisione di Fanteria "Littorio" 13.376 uomini
3ª Divisione Fanteria di Marina "S. Marco" 15.875 uomini
4ª Divisione Alpina "Monterosa" 16.646 uomini

Il treno sul quale viaggia il Duce viene fermato, resta in attesa per ore poi riparte. All'
appuntamento Hitler lo attende tremante con un braccio immbilizzato, e stato poco
prima vittima di un'attentato dinamitardo nel suo quartier generale dal quale si è salvato
miracolosamente. La situazione porta Mussolini a strappare diverse concessioni tra
le quali il rientro delle divisioni italiane che comunque finiranno per non combattere mai.

Mussolini incontra Hitler il 15
luglio 1944

La situazione è oramai sempre più grave, Mussolini nel dicembre del 1944 tenta di
ripristinare un clima di fiducia a Milano ove tiene il suo ultimo discorso al teatro lirico.
Si apre il fronte orientale, le armate jugoslave di Tito premono verso il Friuli; qui il
sacrificio del batt. Fulmine della Decima Flottiglia M.A.S., nella battaglia di Tarnova
della Selva, impedirà al IX Corpus slavo di conquistare importanti posizioni.
La linea Gotica cede, gli alleati invadono la valle del Pò; Il Duce tenta la fuga ma viene
catturato a Dongo, poco dopo verrà ucciso.
E' la fine della seconda guerra mondiale.