Ultimo Urlo - Inviato da: Panzerfaust - Sabato, 02 Gennaio 2010 15:56
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L'araldica della Decima

 .: L'Araldica della Decima di M. Perissinotto

 

La Decima Flottiglia MAS creò, ufficialmente ed ufficiosamente, una sua araldica articolata che, pur riprendendo motivi non nuovi alla tradizione militare italiana, li "arrangiava" secondo lo spirito rivoluzionario della formazione comandata da Junio Valerio Borghese.

Lo scudetto da braccio

simbolo esibito con orgoglio da tutti gli appartenenti alla formazione, è concepito prima ancora dell'8 settembre da un valoroso, la Medaglia d'Oro Salvatore Todaro.

Il teschio e la rosa sottendono alla morte in battaglia come ad una cosa bella, profumata. La X rossa rimanda alla X Legione, fedelissima di Cesare.

Altro scudetto non riprodotto era quello impiegato dai reparti schierati in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia.


Lo scudetto da braccio
(riproduzione)

Così scrive, a proposito dell'origine dello scudetto, Guido Bonvicini nel suo libro "Decima marinai, Decima Comandante" citando le parole del comandante Borghese:
" L'idea dello scudetto con il teschio e la rosa rossa ci venne ricordando il comandante Todaro, Medaglia d'Oro, una delle figure leggendarie della Decima ante 8 settembre."
..........................
"Todaro era il mistico di un determinato tipo di vita, che cercava più che la vittoria, la bella morte: non importa, ci diceva, affondare la nave nemica. Una nave viene ricostruita. Quello che importa è dimostrare al nemico che ci sono degli italiani capaci di morire gettandosi con un carico di esplosivo contro le fiancate del naviglio avversario. 

 

 

Scudetto da braccio originale appartenuto ad un
marò del Btg. N.P. catturato sul fiume Pò dal
gruppo di combattimento "Piacenza" del
Regno del Sud.

Lo scudetto fu strappato dal braccio del
prigioniero e conservato da un militare del
"Piacenza" come trofeo di guerra. E' ignota
la fine del possessore di questo distintivo.

Tra l'altro, prima di cadere, ci aveva parlato del suo desiderio di coniare un distintivo dove apparisse l'emblema di una rosa rossa in bocca a un teschio: perchè per noi, ci aveva detto, la morte in combattimento è una cosa bella, profumata.
Nel suo ricordo, disegnammo così lo scudetto. E mai, forse, un distintivo fu capito e portato con tanta passione. Perchè sintetizzo veramente lo spirito rivoluzionario, beffardo, coraggioso, leale che animò, in terra e sul mare, gli uomini della Decima repubblicana."


Scudetto da braccio
in versione Decima
Divisione
(riproduzione)

Con la nascita della "Divisione Decima", a metà del 1944, venne ideata una speciale versione dello scudetto da braccio per i reparti indivisionati.
La distribuzione iniziò verso la fine dell'anno ma, a causa delle difficoltà di approvvigionamento e dell'inasprirsi dei combattimenti, non riuscì ad essere portata a termine prima della fine del conflitto.

 

 

L'alamaro

Gli alamari pentagonali sono propri della Fanteria di Marina già nella Regia Marina; la Decima li estende a tutti i propri reparti, differenziandoli mediante più combinazioni di colori e fregi.
(Per un maggiore dettaglio, dalla pagina precedente vedi la pagina specifica "Le mostrine").

Quello riprodotto è stato usato dalla Fanteria di Marina, e più in particolare dal Battaglione Barbarigo

Gli alamari erano bianchi per i reparti navali, rossi e poi azzurri (con la sola eccezione del Barbarigo) per la fanteria di marina, gialli per l'artiglieria.

Il leone raffigurato, secondo l'antica iconografia veneziana, era quello da guerra, col libro chiuso, la spada brandita, e la coda erta.

 

I distintivi di reparto

Questi distintivi erano creati su iniziativa dei singoli reparti, e non tutti i battaglioni della Decima li ebbero:

- Distintivo del Battaglione Nuotatori Paracadutisti;

- Distintivo del Battaglione Barbarigo, distintivo d'onore per i veterani del Fronte di Nettuno;

- Distintivo del Battaglione Barbarigo, distintivo per i volontari affluiti dopo il giugno 1944 ;

- Distintivo del Battaglione Lupo. Nella caserma S.Bartolomeo, a La Spezia, mentre il "Maestrale", denominato poi "Barbarigo", stava completando il suo organico con l'afflusso giornaliero di nuovi volontari, il Com.te De Martino si preparava ad organizzare il Btg.Lupo. Affidò a Maluta Emilio il compito di disegnare l'insegna e alcune cartoline. L'insegna fu confezionata dalle sartine che nella stessa caserma preparavano a ritmo serrato le divise. Il distintivo del Lupo, tratto dall'insegna stessa, riporta la dicitura Regg.to S.Marco (tale era la struttura iniziale) ed è sormontato dal Leone di S.Marco che tiene tra le zampe il libro chiuso (indicativo dello stato di guerra) ma, in contraddizione, ha la coda abbassata (segno di pace) Un detto veneto afferma:"Quando el leon alsa la coa, tuti li altri sbassa la soa".

- Distintivo del Battaglione Fulmine;

- Distintivo del Battaglione Sagittario;

- Distintivo del Battaglione guastatori alpini Valanga;

- Distintivo del Battaglione genio Freccia;

- Distintivo del Gruppo artiglieria Colleoni;

- Distintivo da petto del Battaglione Sciré;

- Battaglione Sciré, scudetto da braccio ;

- Distintivo della Compagnia "Sauro", Pola;

- Distintivo delle Batterie Costiere inquadrate
nella Decima ;

- Distintivo del Plotone Colombo;

Altri reparti ebbero propri distintivi, qui non illustrati.

 

I brevetti

erano assegnati a quanti frequentavano le varie scuole ed i corsi di specializzazione:

- Pilota di mezzi d'assalto di superficie

- Nuotatore paracadutista

- Nuotatore

 

Altri distintivi

Dalla collezione della fam. Lecis un tipico ciondolo propagandistico abbastanza diffuso tra gli appartenenti alla Decima Flottiglia M.A.S.

La medaglietta è in zama ed il cordoncino, benché sporcatosi con il passare degli anni, sembra che originariamente fosse bianco-azzurro.

 

 

Attenzione : i distintivi sono visualizzati fuori scala e senza tener conto delle rispettive proporzioni.

Per approfondire:

- Fausto Sparacino: Distintivi e medaglie della RSI, volumi 1 e 2.
- Numeri vari della rivista Uniformi ed Armi.

Le immagini sono riprese dalle cartoline edite per il 50° anniversario della Decima Flottiglia MAS, dalla collezione dell'autore, di K. Voltolini, della fam. Lecis e dai libri di F. Sparacino sopra citati.

M. Perissinotto

 

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