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"Ragazzi: presente!" di L. Peirano
Titolo "Ragazzi: presente!" di L. Peirano
Descrizione Recensione a cura di E.Maluta
Inviata da Panzerfaust

Analisi e riflessioni sul libro:

"Ragazzi: Presente " di Liliana Peirano
editore Ra.Ra. Mondovì 1998
pagg. 124, L.25.000

 

da "IL SOLE 24 ORE" inserto culturale del 19.7.1998 STORIA CONTEMPORANEA

I repubblichini di Sommariva

Nella terra di Langa fu combattuta , il 14 aprile 1945, una delle ultime battaglie della guerra civile: la battaglia di Sommariva Perno. Un episodio oscuro, dimenticato, "una matassa ingarbugliata - come scrive Liliana Peirano - di cui mi è difficile trovare il bandolo, lo svolgimento e il finale" Liliana Peirano è una scrittrice di Mondovì appassionata di storia e ricca di sensibilità. Il suo sforzo è stato encomiabile . Ha ricostruito, ha trovato testimoni, ha parlato con gli sconfitti superstiti, i "repubblichini" della X MAS e della Gnr, che nell'agguato di Sommariva Perno ebbero morti, feriti, prigionieri (poi fucilati) e subirono una cocente umiliazione. "Ragazzi: presente " è un libro coraggioso, controcorrente, denso di pietà umana, che racconta fatti e malefatte della guerra civile: facendo rivivere quei ragazzi in camicia nera che sparirono nel nulla e "dando un'identità a quelli che dovevano restare dissolti nel nulla, senza volti, senza nomi, passati sulle colline e là rimasti".

(Marco Innocenti)


La nostra recensione

Ricordando le parole "cocente umiliazione" usate dal sig. Innocenti si trascrivono qui di seguito alcuni periodi tratti dal libro della Peirano:

pag.73

Dalla testimonianza di un Marò tuttora vivente: "..Fummo radunati sul prato, spogliati di orologi, portafogli, catenine, documenti e alcuni anche degli indumenti. Fummo spostati in una cascina in mezzo alle colline. Al nostro arrivo fummo costretti, nello spiazzo antistante la cascina, a scavare la fossa, dove furono fucilati circa ventun componenti della G.N.R., già prigionieri. Il giorno seguente fummo trasferiti a Monteu Roero, interrogati e processati furono poi fucilati in sette. Nuovo spostamento a Santo Stefano Roero in una cascina in attesa di destinazione. La nuova destinazione fu Cisterna d'Asti, nel castello. Al nostro arrivo la folla esultante formò un corridoio che noi dovevamo percorrere per arrivare alla prigione tra insulti, bastonate, pedate , pugni. Fummo trattenuti in Cisterna d'Asti sino ai primi di maggio. Dicevano che verso il ventitré o ventiquattro aprile ci doveva essere uno scambio di prigionieri, ma ciò non avvenne. Il trattamento a noi riservato in quel periodo fu inumano: minestre con acqua del pozzo condite con urine e sputi. Attrazioni da fiera, con gente che ci chiamava alle sbarre e ci sputava addosso e tante, tante altre angherie. Impossibilitati a lavarci, ci ritrovammo presto carichi di pidocchi e con infezioni varie; io alla barba. Finalmente trasferiti a Bra, in una scuola o capannone. Tutti in attesa del nostro turno per essere fucilati. Furono prelevati il ten.Biggio, il ten.Campani, il sottocapo Gasperini e altri tre e quindi ammazzati. er quello che ho saputo da un comandante partigiano al ten. Biggio, prima di ucciderlo ruppero la testa. Dobbiamo ringraziare l'arciprete o un sacerdote di Bra se siamo vivi; il quale avvisò gli americani che ci vennero a prelevare e ci portarono a Coltano."

pag. 97

VIOLENZA La violenza fine a se stessa; l'ultimo gradino a cui l'uomo può giungere. Le testimonianze arrivano ognuna con il proprio fardello opprimente di violenze subite, o viste subire. Non le scrivo, anche se me ne sono fatta carico, ed ora premono per uscire alla luce. Penso sia troppo comodo liberarmi di un tale peso per scaricarlo su chi, leggendo, dovrà ripetersi all'infinito: "Sarà stato mio fratello, mio padre, mio zio quello?" Non le scrivo; ma reputo fortunati coloro che sono stati mitragliati sui camion; i mitragliati sul pianoro, mentre correvano come leprotti alla ricerca di un riparo; fortunati quelli fucilati, quando ormai arresi, se ne stavano immobili nei cortili con le braccia alzate. Fortunati i feriti mitragliati nei fossi. Fortunati quelli mitragliati dopo la confessione, alla cascina Vidavì spogli di vestiti e di ogni altro segno di riconoscimento, fortunati ancora i ragazzi della "Giovanile" rassegnati e immobili e immobili sul bordo della fossa comune, scavata con l'aiuto dei Marò della X Mas, in quella "Fila di sette per tre". Erano quelli dell'olio di ricino e del manganello. A Cisterna, olio di ricino e manganello hanno sapore di barzelletta."

 

Liliana Peirano riporta dalla relazione di "Amilcare", comandante partigiano della 45a brigata "BRA": "...i morti in totale furono 58 Prigionieri 78 Bottino: 3 autocarri pesanti,1 autovettura, 3 motociclette, un mortaio da 45/17, 2 mitragliatrici, 25 mitra, 70 fucili, 20 pistole. " Mentre è dettagliato il resoconto del bottino, sulla fine dei prigionieri, giovani della XMAS e della GNR,..........NESSUN ACCENNO!.. Le varie relazioni partigiane che celebrano il glorioso avvenimento concludono uniformemente con la frase:"..alle quattordici e trenta tutto è finito.." LILIANA PEIRANO dice:" No. Alle quattordici e trenta tutto incomincia.." E,con a velata partecipazione di madre, segnata dalla drammatica fine del figlio Franco nel marzo del 1966, l'autrice entra, quasi in punta di piedi, nella vicenda, ne viene poco a poco avvinta e, pur conservando il tono storico, rispettoso dei fatti, va alla ricerca dei particolari, delle testimonianze, sorretta temporaneamente dalle parole del "ragazzo con la Croce Rossa", ( infermiere della Decima Mas ) il quale, a distanza di tanti anni, viene a sapere che alcuni dei suoi fratelli d'arme sono sopravvissuti alla mattanza. Perché di "mattanza" si è trattato.Dopo le false promesse partigiane che garantivano salva la vita per chi si fosse arreso, sopraggiungeva la morte "liberatrice" (erano i giorni della Liberazione) che poneva fine alle bastonature, alle torture, alle sevizie inenarrabili, in una sequenza che fa inorridire. Le azioni "eroiche" hanno provocato un tale trauma nell'animo del giovane infermiere che a un certo momento si mette a urlare :"Basta, basta col sangue innocente!" Rimarrà scosso per tutto il resto della sua esistenza e solo la casuale conoscenza della Peirano gli darà modo di alleggerire questo suo pesante fardello di nomi, di crimini, di angosce. E' morto dopo pochi mesi e il suo ultimo messaggio "ragazzi: presente" fa talmente presa nella coscienza dell'autrice da indurla a continuare il lavoro di ricerca e terminare così il suo volume che avrà per titolo lo stesso messaggio dell'infermiere: "ragazzi: presente". Il volume, scevro di parole non strettamente necessarie, al limite della emotività, quasi involontariamente partecipa al lettore l'ansia della scrittrice. Il testo si conclude con la frase: "Una fila di sette per tre che su queste pagine ha raggiunto una identità." Dopo oltre cinquant'anni da quegli avvenimenti non è stata ancora permessa una loro precisa valutazione critica, oltre ai dubbi sulla loro utilità in chiave bellica. Ciò fa pensare alle ingiustizie impunite dei vincitori, ostacolo insuperabile all'auspicata pacificazione. Del resto lo stesso Eric Morris, storico inglese, nel suo volume "La guerra inutile", non dà giudizi positivi sull'azione partigiana in Italia dal 1943 al 1945

Emilio Maluta

Giudizio Voti: 7 - Media: 4.57

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